Questa è la storia di Francesco, un comune ragazzo di 21 anni, che ha avuto problemi nel riuscire a rendere al meglio nell’arco dei suoi studi scolastici, ma che alla fine è riuscito ad ottenere il riconoscimento tanto desiderato, ossia il diploma istituto tecnico commerciale, che gli ha aperto diverse opportunità in ambito lavorativo. Quello che è successo a questo ragazzo, è un fenomeno che si ripete molto spesso ed è identificato con il termine di dispersione di anni scolastici, esso è spiegabile tramite alcune variabili che lo favoriscono, come ad esempio:
– la condizione socio-culturale della famiglia;
– l’irregolarità della carriera scolastica;
– dinamiche soggettive dello studente (come possono essere l’emarginazione, la demotivazione o la bassa autostima);
– difficoltà relazionali all’interno del gruppo (a cui è riconducibile il fenomeno del bullismo).
– una scelta imposta, fatta superficialmente o poco affine alla personalità dello studente per ciò che riguarda il percorso di studi;
– dinamiche legate alle crisi adolescenziali.
A tutti questi fattori, vanno aggiunti i dati sulle scelte effettuate dai diretti interessati e dalle famiglie, relativamente al percorso di studi da seguire negli studi degli istitui superiori, con queste che spesso si rivelano non adatte. I dati del Ministero dell’Istruzione (grazie alle iscrizioni online) hanno evidenziato che i licei (senza però considerare il classico) continuano la loro marcia, ormai quasi inarrestabile: quest’anno fanno registrare un eloquente 49,1% delle preferenze espresse dagli iscritti in terza media, più 1,7 %.
Fra i licei a sorridere sono i linguistici (che passano dal 7,2 all’8,4%) e gli scientifici ad opzione scienze applicate, che dal 4,1% passano al 6,3%. In flessione il classico e lo scientifico ordinamentale, tengono invece tutti gli indirizzi di studio in quest’ambito.
Continua la ripresa per gli istituti tecnici, che, invece, negli ultimi dieci anni hanno dovuto assistere ad una vera e propria emorragia di preferenze. Per il prossimo anno è prevista una lieve ripresa: più 0,4% che li fa arrivare al 31,4%, a riprova dell’importanza ritrovata (in realtà mai persa, ma forse ultimamente maggiormente compresa) del diploma istituto tecnico commerciale.
In caduta libera invece gli istituti professionali che probabilmente hanno subito il colpo di una riforma Gelmini che non ha convinto troppo le famiglie italiane. Il prossimo settembre, i professionali conteranno il 19,6% di tutti gli iscritti in prima delle superiori: meno 2%.
Ulteriori dati di ricerca, dimostrano come sono maggiori le possibilità di avere una vita lavorativa più soddisfacente ottenendo undiploma istituto tecnico commerciale, rispetto agli altri, per questo è bene cercare di concludere gli studi in questo campo, anche se in precedenze si sono verificate situazioni sgradevoli come la bocciatura.
Insomma, per riprendere la nostra storia iniziale, l’insieme di tutte queste ragioni hanno spinto il giovane Luca, che aveva abbandonato gli studi, a rivolgersi ad un centro professionale che gli ha consentito di recuperare rapidamente gli anni persi e di conseguire con gioia il suo diploma istituto tecnico commerciale. Il ragazzo, ora, oltre alla soddisfazione personale è riuscito ad ottenere un posto di lavoro, a riprova della bontà della sua decisione.