I progressi degli ultimi anni della cardiochirurgia

In Italia la cardiochirurgia è sempre stata una specializzazione medica capace di dare ottimi risultati. L’abilità non termina con gli interventi perché ottimi risultati si hanno anche nel campo della ricerca: oggi è possibile rendere gli interventi sempre meno invasivi e perciò con un maggiore tasso di successo grazie alla ricerca scientifica in campo medico e all’elevata specializzazione che alcune equipe mediche, come ad esempio quelle del GVM di Ettore Sansavini, hanno raggiunto. Ciò assicura al paziente un percorso post operatorio meno traumatico rispetto al passato.

Secondo il Ministero della Salute in Italia circa un milione di persone soffrono di scompenso cardiaco e migliorarne la qualità della vita è uno degli obiettivi fondamentali che la ricerca scientifica si prefigge.

Una novità importante in questo settore è rappresentata dal pacemaker wireless. Si tratta di un dispositivo, 10 volte più piccolo rispetto ai pacemaker tradizionali, che viene impiantato direttamente nel cuore senza necessità di punti di suture e azzerando il rischio di infezioni dovute al filo elettrico che collega la batteria e il cuore.

Il pacemaker viene inserito attraverso la vena femorale con l’aiuto di una piccola sonda. Solo 28 minuti per l’intervento. Rispetto ad un intervento tradizionale, molto invasivo si allunga anche il tempo di durata della batteria che può arrivare fino a 17 anni, mentre un pacemaker tradizionale ha una durata di 7 anni.

Notevoli progressi sono stati compiuti nella chirurgia della valvola aortica e della valvola mitrale. Mentre in passato si trattava di interventi invasivi con un recupero post operatorio molto lungo e traumatico, ora, grazie alle moderne tecniche, si tratta di interventi mini-invasivi in cui si interviene tramite delle piccole incisioni che permettono di raggiungere il cuore, assistiti da una telecamera, con il massimo della precisione.

Si tratta di una telecamera 3D che permette di avere una visuale perfetta sia nel caso in cui si debba intervenire sulla valvola, sia nel caso della sua sostituzione. I vantaggi sono nel recupero post operatorio perché la sternotomia praticata in passato aveva delle ripercussioni sulla colonna vertebrale, sulle costole e provocava molto dolore in quanto lo sterno veniva letteralmente aperto.

I progressi della cardiochirurgia negli ultimi anni hanno permesso anche di effettuare dei by-pass a cuore battente. Si tratta di un intervento effettuato nel caso in cui le arterie non riescano più a convogliare una quantità sufficiente di sangue nel cuore ed è quindi necessario procedere ad un innesto di arteria prelevato dallo stesso paziente.

La tecnica classica prevede che il cuore debba essere fermato per un tempo che oscilla tra i 60 e i 90 minuti e sostituito da una macchina. Con questa nuova tecnica, invece, vengono utilizzati dei farmaci che stabilizzano i tessuti del cuore per permettere al chirurgo di intervenire. Anche in questo caso i vantaggi riguardano la riduzione degli effetti collaterali in seguito all’intervento e quindi un recupero post operatorio facilitato.

Infine è necessario citare tutti i progressi effettuati nella cardiochirurgia prenatale, un vero fiore all’occhiello che permette di salvare la vita di feti con patologie cardiache congenite che non potrebbero sopravvivere alla nascita.

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