Media barter: l’ultima frontiera del costo zero

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Spesso ci si chiede come una qualunque attività possa gestire al meglio la propria giacenza di magazzino, o del proprio invenduto, senza rimetterci parzialmente o, addirittura, perderci irrimediabilmente.

Per molte realtà commerciali, nel corso della storia, si è avvertita l’esigenza di ammortizzare i costi delle merci che restavano invendute per via della scarsa liquidità grave; a disposizione dei compratori a seguito delle crisi economiche susseguite ad intervalli più o meno regolari, basti pensare alla grave crisi del ’29 (per parlare di tempi un po’piú remoti) oppure alla crisi mondiale scatenata dalla bolla speculativa della banca Lehmans Brother (per tornare a tempi più recenti).

Esigenze e difficoltà economiche sono alla base del modus operandi di quasi tutti quasi tutte le attività commerciali. Per ovviare a tale problema, sorto inizialmente negli Stati Uniti d’America una quarantina di anni fa, molti sono stati i tentativi operati, ma alla fine il “barter” ha avuto la meglio, quanto ad efficacia e immediatezza. Il mondo del web, con il moltiplicarsi della “social life”, come evoluzione della vendita tradizionale, si è trovato, a sua volta, a fare i conti con questo problema che risulta essere non di poco conto.

La soluzione è stata trova ta proponendo, in chiave moderna, quello che è il concetto di “baratto” in cambio di pubblicità, riconducendosi proprio alla soluzione americana. Il “media barter” si fonda su un principio relativamente semplice: un’azienda potrebbe avere esigenza o necessità (molto più probabilmente) di pianificare una campagna pubblicitaria, ma è purtroppo consopavole di avere già esaurito il proprio budget pubblicitario in risorse liquide per quel periodo o per quel determinato prodotto.

Il pagamento in “baratto” con le proprie merci, servizi o buoni spesa potrebbe, quindi, rappresentare la soluzione ideale per non precludere un’attività di comunicazione indispensabile per il raggiungimento dei propri obiettivi aziendali.

La dinamica è analogamente molto semplice: la stessa azienda vende così i suoi prodotti (beni di largo consumo, abbigliamento, gadgets, automobili, elettrodomestici, ecc.) ad una barater company che, in cambio organizza e acquista pubblicità con un valore pari alla merce ceduta.

Il media barter consiste dunque in una vera e propria forma di baratto, in cui raramente vengono contemplate liquidità come risorse economiche. Diventa così di immediata utilità l’adozione, da parte delle aziende, di un metodo rapido e proficuo in termini di tempo nel non far perdere valore commerciale alla propria merce.

Naturalmente non sempre il media barter risulta soddisfacente per le parti coinvolte, può dunque non verificarsi la realizzazione di una compensazione totale del media barter; in questi casi, quando, oltre allo scambio (alla pari) di merci (barter), c’è anche un movimento finanziario (conguaglio a favore di una delle parti) tra le media Agency, allora si può parlare di media barter a compensazione parziale.

Come per le attività tradizionali, anche per le barter company, esistono degli operatori che si occupano dei rapporti tra le attività e delle dinamiche innescate dal media barter, si tratta di veri e propri mediatori finanziari ed esperti del settore chiamati in causa per tenere in equilibrio i vari aspetti economici e controllare le conseguenze nelle voci di bilancio di esercizio generate dagli scambi operati.

Generalmente, i rapporti instaurati a seguito di media barter tra le attività, sono protetti da una sorta di assicurazione che prevede garanzie in caso di eventuali insolvenze e/o disguidi relativi alla finalizzazione del “baratto”.

Tuttavia, queste coperture assicurative richiedono dei costi che, seppur marginali, costituiscono bilancio e dunque rappresentano dei costi vivi che, in contrasto con il concetto di baratto, andrebbero a vanificare l’essenza dello stesso. Pertanto si opta per un barter fondato sul concetto di correttezza e buon senso delle parti. Entrando nel circuito barter una azienda può contare su svariati vantaggi.

Finanziario: le favorevoli modalità di pagamento in compensazione diminuiscono l’esposizione finanziaria senza dover rinunciare ai propri livelli di produttività. Business: avviare nuove partnership con altre aziende appartenenti al circuito. Commerciali: acquisire nuovi clienti e conoscere ulteriori possibili fornitori, appartenenti al circuito. Marketing: aumento di visibilità tramiete iniziative promozionali (sito istituzionale, newslet ter, eventi…) e tramite pianificazioni media.

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